Dolce al soffio di De André
Riflesso di rima... Ascolto di un viaggio
- LIBRO FUORI CATALOGO -
Riedizione Ottobre 2012
Non ho ricchezza d'illusione... ho solo il verso che da padrone... potrà lasciarne sovente al cuore... la via che a traccia cantarne amore... se del poeta... rima ne intaglia... e del suo canto ne fa battaglia... della sua scia ne resta sole... sentir d'ascolto al suo calore...
© Gioia Lomasti
Questa nuova preziosa opera della poetessa
Gioia Lomasti, prende il nome di "
Dolce al soffio di De André", non per un caso fortuito o per un gioco di parole fine a se stesso. Si tratta invece di una scelta meditata e consapevole, legata al ricordo e al desiderio di rendere un giusto tributo al grande Fabrizio: un viaggio "ostinato e contrario" lungo l'orizzonte melodico della poesia per esplorare non solo le profondità di un eccezionale cantautore, ma anche per penetrare più a fondo nell'animo umano mettendone a nudo le contraddizioni e gli scoramenti. Qui il ritmo del verso di
Gioia Lomasti registra il battito del nostro presente, la dinamica del tempo vitale nel suo articolarsi attraverso la lente d'ingrandimento della poesia che ci restituisce uno sguardo intenso sul contemporaneo, sulla dimensione dell'uomo moderno. Sono pulsazioni di un cuore sensibile che possono essere colte solo al di fuori dei luoghi canonici del genere poetico; è necessario avere una visione d'insieme per cogliere le infinite sfumature del suo versificare, la tensione emotiva che trasuda da ogni parola per offrire al lettore il senso di una rigenerazione dell'anima, la pressante urgenza di una nuova liricità che vada a cogliere il significato più vero e concreto della vita. La stessa urgenza con la quale ci schiaffeggiò a suo tempo Dino Campana nei suoi "Canti Orfici" e che ora ritroviamo in versi di assoluta forza espressiva con i quali
Gioia Lomasti vuole svegliarci dal nostro torpore: "Pace incanterà/corpi ospiterà/della panchina e racconterà l'infelicità/ socchiudendone la rima.../coppi rossi di tappeti e fossi/verso ruderi/d'inverni/ accompagnerà/ ne risuonerà condannandoli d'eterni" (La città vecchia). La sua è una soggettività responsabile, concentrata sugli istanti che pervadono la sua anima e la fanno vibrare dinnanzi al confronto spesso cruento e straniante tra reale e finzione: "Mendicante dei sogni/dagl'occhi d'avorio/incantata ne resta il sospiro/del tuo canto di spezie in piatti di foglia/io m'inchino d'innanzi/alla sorte/d'un viso" (Via del Campo). Nulla viene lasciato al caso nella struttura poetica di Gioia; tutto si incentra e trova senso nella forza e spessore di versi brevi come quinari, senari, settenari e ottonari agganciati da rime incatenate e assonanze che scandiscono la dolce melodia del cuore e della visione di un mondo emarginato eppure preferibile, quel mondo cantato da De André e che trova, allora come adesso, maggiore e tragica attualità. Ed anche quando appare più dura la critica al sistema che si è configurato in questo ultimo scorcio di secolo, il tratto poetico riesce a veicolare la rabbia e lo sdegno verso forme espressive di assoluto equilibrio linguistico: "All'ombra degli avanzi/diressi il sopravvento/condussi con costanza/il dedito lamento/e mascherar di mio/ne condivisi il detto/in occhio del buon Dio/diressi il mio sonetto" (Il bombarolo). Ecco quindi che le scelte creative, non sono solo dettate dalla volontà di ripercorrere la traccia segnata dal cantautore ma vanno oltre, navigano liberamente in quel mare di visioni, sensazioni, espressioni che sottintendono un desiderio segreto, nascosto, ma vivo e presente, di sorprendere, di stimolare il lettore verso una maggiore comprensione di se stesso e della sua condizione umana. "
Riflesso di Rima...Ascolto di un Viaggio" ci obbliga a chinare la testa e rendere omaggio al poeta, a quell'oscuro e sconosciuto cantore delle nostre incertezze, dei nostri dolori più profondi e negati, dei nostri sogni più intensi e celati.